Art Station#1 - STAZIONE CREATIVA LECCO
Dietro allo svilupparsi e al procedere del percorso ArtStation "verso le FA.TE", ci siamo noi.
Valentina Goretti , Marta Longa, Mattia Cattaneo , Pietro Vitali , Nicola Ghirardelli , Davide Arcari , Veronica Cardullo, Cristina Tantardini, Tommaso Tagliaferri , Flavio Malighetti , Gaia Pedretti , Sheila Buzzi , Carlo Ivaldi
Chi siamo? Ragazzi che spaziano tra Liceo e Università, che si sono "buttati" in una proposta unica sul nostro territorio.
La particolarità di questo progetto è che è in continuo sviluppo e allargamento, ogni parola spesa con qualcuno riguardo ai vari ArtStation e al progetto FA.TE è una prima collaborazione che diventa in poco tempo, se c'è affinità tra il nostro pensiero e quello dell'"altro", assorbimento. Ogni persona coinvolta, se si mette in gioco, diventa parte di un meccanismo volto alla trasformazione e alla sensibilizzazione del territorio, oltre che alla crescita personale.
Ora siamo un gruppo, compatto e attivo, impegnato nell'organizzazione diretta degli ArtStation e nella co-gestione dello sviluppo dei vari passaggi
"verso le FA.TE".
Nasce tutto da un'idea, a Maggio dell'anno scorso e uno alla volta abbiamo fatto la parte dell'"altro", che ha saputo ascoltare.
Cos’è una stazione creativa
”La stazione creativa è un luogo permanente e nello stesso tempo, di passaggio, luogo dove la gente si ritrova per andare in molteplici direzioni. Le stazioni creative sono spazi già esistenti in forma embrionale o da realizzare come spazi in cui coniugare cultura sperimentale, d’impresa e comportamentale. La funzione di una stazione creativa è riconoscere, raccogliere e moltiplicare le forme di creatività presenti sul territorio che oggi non sono adeguatamente valorizzate. Queste stazioni sono altra cosa rispetto ad un centro sociale, un museo d’arte contemporanea, un circolo ricreativo, anche se possono ispirarsi a queste esperienze in molti modi.
Spazi elastici, laboratori per far vivere le opere e non per museificarle. Spazi da manomettere e dove far vivere positivamente l’idea di “provvisorietà” espressiva, dove si possono montare e smontare scene, set, allestimenti. Spazi dove ospitare le più varie manifestazioni, le più diverse discipline, ma anche dove attrarre il mondo dell’impresa. La connessione delle stazioni creative genera un circuito speciale per tutte le forme espressive, che può anche prefigurare un sistema produttivo, basato su forme semplici di finanziamento. Un circuito che sa governare una propria economia non necessariamente dipendente da finanziamenti pubblici, che sa sollecitare il volontariato ed è capace di coinvolgere la cultura d’impresa limitrofa, offrendo in cambio un valore territoriale forte e spendibile, oltre che stringendo un’alleanza di reciproca utilità.
Le stazioni creative possono diventare dei laboratori di progettazione del futuro a cui dovrebbero partecipare tutte le componenti professionali e sociali, a partire soprattutto dai giovani che quel futuro dovranno gestire.”
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